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      Gli usciti, mossi da queste esortazioni, prestamente ne dettero notizia l'uno all'altro, e posero il dì nel quale con ogni loro sforzo dovessero venire verso Firenze. E così, segretamente in modo che niente se ne sentì, vennero con grande moltitudine verso la città. Furono le genti che vennero con loro circa novemila fanti e mille settecento cavalli. Questa moltitudine fu in grande parte d'Aretini e Bolognesi, perchè quelle città, seguitando la parte de' bianchi, davano favore volentieri a questi usciti. Era adunque in sul posare del sole, quando le prime genti degli usciti per la Via di Bologna si scopersero, non molto lontano da Firenze. La qual cosa come si sentì, mosse tutta la città a pigliare l'arme, e in quella notte quasi per tutte le vie si fecero le guardie. Lo sbigottimento che era grande per sè, l'accresceva ancora la debolezza delle mura, perchè non erano ancora fornite le nuove, e le vecchie erano quasi abbandonate e lasciate deboli per la speranza delle nuove. Gli usciti, la mattina in sul fare del dì, fecero due parti delle loro genti: e una parte, che furono i Bolognesi, lasciarono vicina alla terra circa uno miglio per loro soccorso e retroguardia; e l'altra parte, cioè gli Aretini, menarono con loro, e facilmente passarono le mura nuove. Di poi fecero alcune scaramucce con quegli di drento, nelle quali vincendo la moltitudine, ributtarono i cittadini; e loro, volgendosi da mano sinistra presso alla chiesa de' Servi, in luogo largo e aperto ordinarono la battaglia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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