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      E infra l'altre cose a questo proposito stimano alcuni, che le genti bolognesi d'industria furono lasciate lontane dalla terra, perchè erano molto amiche degli Ubaldini e degli altri della parte ghibellina. Io certamente non credo che si possa facilmente dire di che animo fosse qualunque degli usciti: ma questi errori che s'allegano, spesse volte intervengono nell'arte militare, dove non è uno capitano e sono molti condottieri, e dove i soldati non seguitano ordinatamente le bandiere, ma una turba raccolta di varie genti seguita l'arbitrio suo: le quali cose accaddero allora, perchè molti condottieri v'erano pari fra loro, e la moltitudine v'era nuova e raccolta d'ogni luogo. I Bolognesi, poi che intesero quelli che erano entrati drento essere stati ributtati, e che alcuni ancora dicevano l'altre genti rimase sotto la porta essere state rotte, subitamente se n'andarono. E quelli che erano innanzi alla porta essendo stati dalla mattina insino al mezzo dì nell'arme, e non potendo per la sete e per il caldo più oltre sostenere, subitamente, come udirono i Bolognesi essere partiti, quasi abbandonati da loro, si ritrassero, e seguitarongli con tanto spavento, che piuttosto pareva che fuggissero, che si ritraessero a' luoghi loro. Alquanti cittadini di quegli di drento uscirono fuori della terra, e ammazzarono alcuni degli ultimi che fuggivano. Tutte l'altre genti se ne ritornarono per la via che erano venute. Ed essendo condotte in Mugello, si fece loro incontro messer Tolosano degli Uberti cavaliere fiorentino, il quale per la medesima cagione menava seco le genti de' Pistolesi, cioè trecento cavalli e circa ottocento fanti.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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