Per questa cagione, nel principio del seguente anno i Fiorentini mandarono le genti a Lucca e commisero loro che vi stessero tanto in loro ajuto quanto la guerra durasse in quegli luoghi. I Lucchesi riceverono molti danni in quel tempo: perocchè oltre alle continue correrie che erano fatte in sul loro, perderono alcune castella che furono tolte da' nimici. I Samminiatesi ancora sentirono simili danni. Essendo già in ordine l'esercito e l'armata al tempo diputato, l'imperadore mandò innanzi alla sua partita settanta navigli di Genovesi, acciocchè s'unissero coll'armata del re Federigo. Lui, partendo da Pisa circa a' dì cinque d'agosto, entrò in cammino non molto sano della persona, e venne per il contado di Santo Miniato e di Firenze, e passando sotto le mura di Siena, si posò col campo a Monteaperto luogo celebrato per la rotta de' Fiorentini. Quivi aggravando nel male, andò al bagno a Macereto; e non pigliando conforto di quelle acque, si partì e fermossi col campo a Buonconvento. In questo luogo crescendo la malattia, pochi di poi che fu giunto, si morì nel mezzo del corso delle cose grandi. E certamente aveva messo al re Ruberto qualche spavento, perocchè le genti del re Federigo erano già passate nel Reame, e avevano preso Reggio, la qual terra è posta riscontro alla Cicilia. Oltre a questo, due potentissime armate occupavano tutti quelli liti, alle quali non si poteva sanza grave difficultà fare resistenza: e sopravvenendo per arroto un uomo tanto ardito e ostinato nell'impresa, pareva che le cose del re Ruberto si conducessero in grandissimo pericolo.
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