Durando l'assedio a Montecatino, e ogni dì essendo più stretti quegli di drento, venne a Firenze la state prossima un altro fratello del re Ruberto chiamato Filippo: per la venuta del quale presero i cittadini grande conforto, e deliberarono d'ogni luogo mettere insieme le genti per levare i nimici dall'assedio. Uguccione, udito lo sforzo che s'apparecchiava contra di lui, ragunò con sollecitudine non solamente tutte le sua genti, ma ancora quelle degli amici, e fermossi ostinatamente a Montecatino. I Fiorentini adunque e i loro collegati al principio d'agosto partiti da Firenze l'andarono a trovare. Il capitano era Filippo fratello del re: e nell'esercito v'era ancora l'altro fratello chiamato Piero, il quale dicemmo di sopra essere venuto a Firenze mandato dal re: ma perchè egli era minore di tempo, il governo principale fu dato a Filippo. Costoro adunque, passando per il contado di Pistoia e entrando ne' confini de' Lucchesi, poi che vennero nel cospetto de' nimici, posero il campo non molto lontano dal campo loro. Uguccione teneva le sua genti drento da' fossi e munizioni del campo, parendogli fare assai, se contro a tanto sforzo e contro alla volontà degli avversarj perseverava nella ossidione. E pertanto, leggieri scaramucce si facevano quasi ogni dì fra l'uno campo e l'altro, ma non si conducevano cogli eserciti a una intera zuffa. Essendo stati in questa maniera alquanti dì, Uguccione, temendo di cose nuove, le quali gli erano significate apparecchiarsi a Lucca per la sua assenza, deliberò di partirsi coll'esercito quietamente; e se pure fussi sforzato venire alle mani, allora fare pruova di battaglia.
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