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      Accrebbe ancora sommamente questo sdegno la mandata che fece il re d'uno capitano di guerra chiamato Novello con una compagnia piccola di gente e non conveniente a una tanta perdita fatta dalla casa regale. Nel principio adunque del seguente anno, crescendo l'odio verso il re, ne rimandarono questo capitano Novello circa quattro mesi di poi ch'egli era venuto a Firenze, e cercavano d'un altro principe e d'un altro capitano. Erano alcuni che consigliavano, che si chiamasse di Francia Filippo figliuolo di Carlo di Valosa: alcuni altri dicevano, che non si voleva alienare l'animo del re, e dopo la morte de' sua ingratamente rifiutarlo. Da queste contenzioni nacque fra i cittadini di Firenze due sètte: l'una favorevole al re, l'altra contraria; le quali per le loro contese erano cagione, che non si faceva alcuno provvedimento alla guerra.
     
      Ma in questi mali unico rimedio fu la discordia che nacque appresso a' nimici: perocchè i Pisani, dopo la vittoria d'Uguccione temendo la sua grandezza, ed essendo sicuri dalla parte de' loro avversarj, cominciarono a pensare di levarsi da dosso questo giogo: e lui ancora, conoscendo questa cosa, cominciò a volgere l'animo dalla persecuzione de' nimici contro a' cittadini. E già alcuni Pisani di più stima, accusati di trattato, erano stati morti: gli altri, per paura, contro alla loro volontà sopportavano questo dominio. Lui, crescendogli il sospetto, non aveva ardire d'uscire fuori contro a' nimici e lasciare i Pisani sanza guardia. Questo fu cagione di dare a' Fiorentini spazio e requie dalla guerra, e fu piuttosto inopinato beneficio che provvedimento di loro proprio consiglio.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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