La nobilità quasi tutta e similmente il magistrato confortavano a osservare la fede pubblica, e parte per prieghi degli usciti, e parte per le intercessioni de' loro congiunti, assai gente si moveva. Ma uno di quegli che si trovava in consiglio, uomo di grande severità, come ebbe l'attitudine del parlare, disse la sua sentenza in questo modo: "Se gl'imbasciadori degli usciti avessero domandato solamente la ritornata, io non avrei risposto altro alla loro domanda se non che tacitamente in scriptis avrei renduto il mio giudicio. Ma volendo inferire per la loro orazione, che la promessa è nota a' vicini, e riprendendo la vergogna e la perfidia della città, non mi pare abbastanza passarne con silenzio; anzi è necessario a viva voce riprovare la calunnia loro. E' dicono, che la città ha promesso loro la revocazione. Vorrei intendere in che modo loro dicono: I priori lo promisero, pubblicarono e mandarono la grida, in modo che i vicini lo poterono udire. Lasciamo andare questa pompa di parole, e veniamo alle cose sode. Io confesso la promessa fatta da' priori; e nientedimeno, niego ch'ella sia fatta dalla città. Voi mi perdonerete, prestantissimi priori, perocchè il consigliare vuole esser libero; e io per questo non vengo a diminuire della vostra maestà, ma io difendo bene contro alla calunnia la maestà del popolo. Io nego i priori e la città essere una medesima cosa, e dico che le loro deliberazioni non sono d'un medesimo valore. Il governo delle vostre repubbliche è stato ordinato colle leggi da' vostri antichi in modo, che la città senza alcuno riserbo può ogni cosa, ma i priori possono solamente quelle cose che sono loro permesse dalla città. Domando adunque, se la città ha permesso a' priori la ritornata degli usciti.
| |
|