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      Avuto i Fiorentini questo fortissimo castello e fornitolo di buone guardie, consigliavano fra loro medesimi quello fosse da fare. Erano alcuni a' quali pareva sommamente utile e necessario a ridurre lo esercito, e massimamente essendo affaticato per la infermità e per la mala aria e per lungo e difficile campeggiare nel tempo dell'autunno e in luoghi infermi, e vedendo ancora ch'egli era diminuito assai per la licenza conceduta a molti pel capitano di potersi partire: perocchè, nel tempo che eglino erano stati lungamente a quello assedio, molti, o per disagio del campo o per paura d'infermità, avevano domandato e ottenuto licenza da lui. E in questa maniera s'era assai diminuito l'esercito: il perchè alcuni più gravi e prudenti si movevano a confortare di riducere il campo; alcuni altri per una vana apparenza piuttosto che per ragione probabile consigliavano che non si riducesse il campo indrieto, se prima non andassero insino alle mura di Lucca. Questa sentenza, che era meno savia e più feroce e più vana, finalmente fu udita e messa in esecuzione innanzi all'altre. Deliberando adunque andare a Lucca, il seguente dì il capitano mosse le bandiere e pose il campo in sul piano del Sesto, e stette due dì in questi luoghi: e volendo passare più alto, mandò innanzi certa quantità di gente a fare spianare e rilevare i passi, e comandò, che in loro compagnia andassero per la guardia circa cento cavalli.
     
      Castruccio, come intese la venuta di costoro, mandò di verso il poggio una parte della sua gente a cavallo, e appiccarono il fatto d'arme nella valle di sotto, non molto grande da principio, ma crebbe poi col tempo, perocchè i campi dell'una parte e dell'altra erano vicini e continuamente da ogni banda moltiplicava gente.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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