La battaglia fu aspra sanza fanteria, e durò più che tre ore continue con tanta ferocità de' combattenti, che spesse volte tutte le squadre si mescolavano, e ora queste ora quelle scacciavano le altre. All'ultimo, Castruccio con tutto il resto della gente a cavallo entrò nella zuffa: e perchè veniva di verso il poggio e aveva più numero di cavalli, fece grandissimo émpito, e cominciò a ributtare le genti de' Fiorentini. Ramondo da altra parte con tutto il resto delle genti a cavallo era già comparito a certi passi poco di sotto a quello luogo dove si combatteva, e non potendo ordinatamente e con facilità passare e conducere le squadre nella battaglia, in quel mezzo i suoi mandati innanzi che combattevano continuamente contro a Castruccio, voltarono le spalle. Il rifugio loro fu la vicinità del resto dello esercito che s'era fermo in su quegli passi stretti: e nientedimeno, se v'era alcuno uomo di pregio in sulla zuffa o e' fu morto o e' fu ferito; molti ancora ne furono presi. Il nimico similmente non ebbe vittoria senza danno, perchè perdè molti de' suoi, e lui combattendo alle strette fu ferito. Dopo a questo fatto d'arme, stettero a gara l'una parte e l'altra insino alla sera a fare suonare le trombette. Ultimamente dalla notte ognuno di loro fu costretto di tornare negli alloggiamenti.
Questa battaglia fece più freddi i Fiorentini a combattere che non erano in prima, e il nemico prese speranza, e cominciò a pensare della vittoria e richiedere gli aiuti degli amici, e massimamente de' signori di Milano, le genti de' quali si dicevano in quel tempo essere a fare guerra in Parmigiano.
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