Appresso fece correre più premj dal ponte alle mosse verso Peretola. Prima corsero i cavalli, di poi le genti a piè, ultimamente le meretrici. In ciascuno di questi corsi dava al vincitore un palio di seta. Stette a Peretola tre giorni: di poi volgendosi per la via di Prato, continuamente dalle mura della terra insino in Val di Marina dette il guasto, discorrendo per quella bellissima regione e ornatissima di ville. Appresso fece passare per il ponte di Signa le sue genti di là d'Arno, e tutta quella parte lungo il fiume insino alla terra e insino a' monti vicini mise a sacco: e fatte queste cose, ridusse a Lucca le sue genti cariche di preda e arricchite in modo, che facilmente pagò Azzo Visconti. Il danajo che gli aveva promesso fu venticinque migliaia di fiorini. La quale pecunia avendo ricevuto Azzo secondo la promessa, fece chiamare le sue genti, e parlò loro in questa forma: "Noi abbiamo fatto, soldati e compagni miei, cosa preclara: perchè a uno tratto noi abbiamo sovvenuto colla nostra opera a un amico nostro e delle nostre parti, e ne' suoi pericoli insieme con lui combattendo contro a' nimici, abbiamo acquistato una facile e abbondante vittoria, e congiunto la gloria della guerra colla ricchezza della preda. Ma ora è il tempo da ritornare in Lombardia per il medesimo cammino che noi venimmo. La qual cosa noi faremo volentieri, se prima concederete non a Castruccio, ma a me vostro capitano, che noi in nostro nome solo un dì percotiamo le mura di Firenze. Perocchè quella città è non solamente della parte contraria, ma ancora ordinariamente della famiglia e progenie nostra.
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