Ma il vescovo Guido, o sì veramente perchè l'odio suo inverso de' Fiorentini non fosse grande, o perchè egli avesse invidia alla gloria di Castruccio, o perchè temesse la sua grandezza, nè per prieghi nè per ricordi si volle muovere a questa impresa. Castruccio certamente dimostrò e apertamente disse, ch'egli era rimasto pel vescovo, che Firenze condotta in tanta estremità non si pigliasse. Lui adunque, colle proprie forze seguendo la guerra, con rapine e con incendj discorse per tutti i luoghi circostanti. Di poi s'ingegnò di passare in Mugello per Val di Marina, e fu ritenuto dai paesani del castello, antico di Combiate: il perchè si fermò col campo intorno al fiume, e ragunata una gran preda d'uomini e di bestiame, stette una notte, in quelle circustanze. Questa cosa essendo significata a Firenze, vi fu mandato dugento cavalli e dumila fanti per occupare il passo del fiume, donde doveva tornare: e se l'avessero fatto a tempo, pareva che il nimico non avesse via da poterne uscire. Ma Castruccio, anticipando poco spazio innanzi alla venuta loro, passò con tutta la preda e con un grande numero di prigioni: e lasciato il paese disfatto quanto in alcuno altro tempo che si ricordi, e fornito Signa di buona guardia, se ne tornò a Lucca, e quivi con ostentazione delle opere sue, rappresentò una specie di trionfo. A Signa ancora per memoria della sua vittoria fece battere la moneta.
In mentre, che queste cose si facevano da' Fiorentini e da Castruccio, il vescovo Guido degli Aretini con grande gente a piè e a cavallo pose campo a Laterina.
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