La fama era già divulgata degli apparati di Carlo figliuolo del re Ruberto, e per certo si teneva, che la state prossima e' verrebbe in Toscana. La qual cosa pensando seco medesimo Castruccio, deliberò abbandonare Signa: ma innanzi a questo, perchè non si credesse che lo facesse per paura, mise in battaglia tutto il suo esercito, e venne sino a Peretola. E stette alquanto in quello luogo: e non venendo alcuno contra di lui, ritornò a Signa, e l'altro dì mise fuoco nel castello, e condusse le genti a Carmignano. Il quale luogo fu di poi la sedia della guerra, donde scorreva nel contado di Prato e di Firenze con grande danno di tutto il paese.
Nel principio del seguente anno Castruccio, per vendicarsi di Piero francese condottiere de' Fiorentini per lo inganno tentato poco innanzi contra di lui, ordinò uno trattato come appresso diremo. Commise a certi uomini, che segretamente parlassero col Francese, stimando che come egli aveva voluto fare di Signa, così fosse pronto a fare dell'altre castella, e ordinatamente si componessero con lui di dargli Carmignano. Il Francese, vôlto di sua natura a queste cose, e reputando che per sua opera Signa fosse stata abbandonata dal nimico, più volonterosamente che cautamente trascorse in uno grande inconveniente. Perocchè, rimasto che fu d'accordo del trattato di Carmignano, di suo proprio consiglio, non avendo conferito con altri, se n'andò con alquanti uomini eletti a prendere il castello, e come era ordinato, si trovò nell'aguato e avere i nimici intorno; e volendo fare resistenza, in ultimo rimase rotto e preso con molti de' suoi: al quale di poi per comandamento di Castruccio fu tagliata la testa.
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