E facendo quegli di drento resistenza, portarono grande quantità di materia intorno alle mura e misonvi fuoco in tal maniera, che arse lo steccato e la porta: e non avevano quegli di drento alcuno refrigerio, perchè dì e notte lo combattevano. All'ultimo, perdendo ogni speranza, dettero il castello con salvamento delle persone.
Dopo queste cose, desiderando con quello medesimo ardire porre campo a Carmignano, Carlo gli chiamò a Firenze, perchè era avvisato della venuta di Lodovico: il quale, dopo allo inganno fatto a' signori di Milano e le pecunie riscosse, sentendo che gli animi degli altri principi e tiranni erano grandemente per questa cosa alienati, di nuovo ordinò, che tutti costoro si ragunassero a colloquio in quello di Brescia al castello degli Orci. In quello luogo fatto sua scusa di quanto era seguìto contro a' Signori di Milano, e sollevati di nuovo gli animi a grande speranza della loro impresa, si mosse collo esercito, prendendo il cammino inverso Toscana: e passato il giogo dello Appennino con tutte le genti, venne per Lunigiana inverso Pisa. Per questa cagione era stato rivocato l'esercito di Carlo inverso Firenze.
Castruccio, come prima intese la venuta di Lodovico, gli si fece incontro con le genti d'arme a cavallo, e sì lo ricevè con grande onore e con grande magnificenza di doni e di presenti. Ma i Pisani, benchè nella sua prima venuta di Lombardia si fossero rallegrati e in quel primo colloquio mandati ambasciadori, nientedimeno, temendo o sì veramente l'avarizia di questo principe, ovvero la contesa della sedia romana, contro la quale lui apertamente procedeva, deliberarono al tutto serrargli le porte.
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