Ed al fatto de' Pisani, dico che non ci è maggiore impedimento, nè maggiore ostacolo che la presenza tua: perocchè io so certo, che quelle porte sarebbero aperte, a questo principe, se i Pisani non temessero te autore di tutte le fraudi e di tutti gl'inganni." Questa altercazione Lodovico divise, e apertamente parve che inclinasse al favore di Castruccio. Andò di poi a porre campo a Pisa, e circondò colle genti tutta la terra, e quasi vi stette un mese intero, e ultimamente l'ebbe a patti.
In questo medesimo tempo il vescovo Guido, per la indegnazione detta di sopra, si partì da Lodovico, allegando che per faccende d'importanza gli bisognava tornare in quel d'Arezzo. Ma facendo la via lungo la marina, quando fu a Montenero, cadde in infermità e prestamente si morì: uomo senza dubbio grande e glorioso, se non fosse stato ribelle del pontefice. E nientedimeno quello errore, scrivono alcuni, innanzi alla morte lo riconobbe, e promesse, che se la vita gli bastasse, sarebbe dal canto della chiesa contro a' nimici.
Dopo la morte di Guido che era stato vescovo d'Arezzo e poi privato, come abbiamo narrato di sopra, Piero suo fratello chiamato per soprannome Saccone prese la signoria e tirannide degli Aretini. Lodovico, avuta la città di Pisa, vi stette circa due mesi, per trarre danari e provvedere a altre cose necessarie al suo cammino: perocchè egli aveva deliberato non solamente andare a Roma, ma ancora entrare nella impresa del Reame contro al re Ruberto. In quel mezzo tempo, pregato da Castruccio, venne a Lucca e di poi a Pistoja, per vedere Firenze più dappresso.
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