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      E pertanto, usciti fuori colle genti, andarono a campo a Carmignano, il quale era ben fornito di guardie, e dando il segno della battaglia, corsero a uno tratto alle mura: e fu tanto il loro ardire, che passarono gli steccati, e finalmente con grande occisione d'uomini, presero il castello. La fortezza fu di poi combattuta con bombarde e altri edificj otto dì continui: e benchè e' si vedesse in brieve tempo poterla avere per rispetto della moltitudine che vi s'era rinchiusa dentro, che presto avrebbe consumato ogni grande quantità di vittuvaglia, nientedimeno, perchè si diceva Lodovico esser venuto a Pisa, acciocchè qualche cosa di nuovo non nascesse, la presero a patti, salve le persone di quegli di dentro e quelle robe che ognuno di loro potesse portare: e oltre a questo dettero certi danari alle genti d'arme che v'erano alla guardia. Lodovico, poi che fu condotto a Pisa, fu ricevuto dal popolo con somma letizia; e lui, per acquistare benevolenza e tôrre il dominio ai figliuoli di Castruccio, mise per suo vicario messer Tarlato cavaliere aretino fratello di Guido che fu vescovo, il quale (come dicemmo di sopra) era stato amico de' Pisani e nemico di Castruccio. Nelle altre cose ancora Lodovico non dimostrava essere molto bene disposto inverso i figliuoli di Castruccio: e per questa cagione loro temendo, dapprima gli avevano chiuse le porte di Lucca, e non vi lasciavano entrare alcuno che venisse da lui. All'ultimo, mitigato lo sdegno, la madre de' giovanetti andò a Pisa, e portò seco molti doni, e raccomandò con grande istanza i suoi figliuoli.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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