Pagina (444/852)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma poi che gli ambasciadori ebbero ricevuti i danari, non si curando della fede nè de' loro compagni soldati, per altra via se ne andarono nella Magna. E così la speranza di questa cosa ritornò invano, e le genti tedesche tenevano il campo ne' medesimi luoghi, pure inimici a Lodovico, e aspettavano qualche occasione di nuocere.
     
      Nella fine di questo anno, i figliuoli di Castruccio, i quali erano stati spogliati del dominio da Lodovico e ridotti come privati, ragunavano grande numero di quelle genti d'arme che erano stati soldati del padre, e tentarono di pigliare Pistoja. Erano alla guardia di quella terra gente di Lodovico, ma non sì grande numero che fosse da temerlo. Entrarono adunque drento i figliuoli di Castruccio e loro seguaci, e avendo d'improvviso presa e passata certa parte della terra, levandosi i cittadini, ne furono cacciati di fuori.
     
      In quello medesimo anno, si scoperse un trattato a Firenze d'uomini maligni e malfattori, che avevano pensato di metter fuoco nella terra e darla nelle mani al nimico. La cosa si diceva essere composta in questo modo: che avevano diputato una notte ordinata di metter fuoco in quattro luoghi della città, e in mentre che i cittadini fossero attenti a spegnere quegli fuochi, in quel mezzo i congiurati volevano rompere la porta e metter dentro il nimico, col quale s'erano composti quando dovesse venire e stare parato a questo effetto. Questa conjurazione s'era fabbricata in quel tempo che Lodovico e Castruccio si credeva dovessero venire alla impresa della terra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Magna Lodovico Castruccio Lodovico Pistoja Lodovico Castruccio Firenze Lodovico Castruccio