Di poi mandarono ambasciadori a Firenze a offerire la terra di Lucca, e domandarono due cose: il pagamento dei soldi vecchi che erano circa ottantamila fiorini, e appresso certe cose in beneficio dei figliuoli di Castruccio, perocchè Marco Visconti aveva avuta amicizia col padre loro, e pareva a che si fossero aoperati in mettere dentro in Lucca le genti tedesche per odio di quello dominio.
Essendo adunque condotta questa cosa a Firenze, varj pareri erano nella città. Alcuni confortavano, che senza dilazione si pigliasse Lucca e pagassesi il danajo a' Tedeschi; alcuni altri confortavano, che questa offerta si lasciasse andare. E in questa disputa le private inimicizie nocevano o stavano per nuocere alla pubblica utilità: perocchè, dicendosi per la terra, che alcuni cittadini reputati erano stati inventori e autori di questo fatto, di conducerlo insieme co' Tedeschi, per questo rispetto i loro avversarj si contrapponevano. E pertanto il magistrato, chiamato il popolo in consiglio e mettendo innanzi queste cose, le sentenze furono varie secondo gli appetiti; e dirizzandosi i più a rifiutarle, messer Pino della Tosa cavaliere fiorentino, il quale era stato insieme co' Tedeschi autore di quel conquisto, parlò in questa forma: "Se noi potessimo, prestantissimi cittadini, correggere i dannosi consigli delle cose di fuori, come noi possiamo le leggi dentro, le quali il tempo e la esperienza maestra delle cose dimostra essere inutili, certamente io stimo, che nè a me, nè a alcuno altro amatore della patria sarebbe necessario in questa deliberazione durare fatica: perocchè, dimostrando il tempo quello che fosse meglio di fare, voi lo seguireste.
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