Da altra parte, e contro a questi, erano i Milanesi, Veronesi, Mantovani e gli altri fautori dello imperio.
Dopo la partita adunque che fece Lodovico di Lombardia, il legato di Bologna strigneva con grandissima guerra Modena, Reggio e Parma che s'erano ribellate da lui: e per questo timore quelle città si dettero al re Giovanni. Seguirono di poi fra il legato e il re, che per queste cagioni erano reputati nimici, i colloquj e segni d'amicizia che abbiamo detto, i quali generarono a un tratto sospetto e querimonie: perocchè, il re Ruberto che riteneva contro al re Giovanni la inimicizia paterna, aveva a sdegno questo fatto del legato: i Fiorentini, per avere lui quasi tratto loro delle mani la città di Lucca e per l'antica ossidione d'Arrigo suo padre, erano al re Giovanni inimicissimi. Similmente in Lombardia i signori di Milano e quelli di Verona e di Mantova, nimici antichi del legato, benchè il re Giovanni per origine e stirpe della casa lo stimassero favorevole delle loro parti, nientedimeno per questa congiunzione lo avevano a sospetto. E pertanto, quasi fuori del termine e della natura delle cose, seguì una certa congiunzione d'animi fra i signori di Lombardia e il re Ruberto e i Fiorentini contro al re Giovanni e il legato: la quale non molto di poi si scoperse manifesta confederazione.
Circa questo medesimo tempo, i Pistolesi dettero l'arbitrio e la podestà della terra al popolo fiorentino, mossi dalle discordie civili, perocchè quelli che cacciati da Castruccio per la pace de' Fiorentini erano tornati dentro, avevano a male che i loro avversarj fossero più potenti, e per quello sdegno pareva che facessero segno di volere fabbricare cose nuove.
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