Brescia ancora in questi medesimi tempi si ribellò da Mastino, e venne nelle mani de' signori di Milano.
L'anno seguente le genti de' Fiorentini e de' Viniziani si condussero nel contado di Verona, e posero il campo non molto lontano dalla città; e poi che vi furono stati alquanti giorni, presero alcune castella forti, e, diminuite le forze de' nimici in più luoghi, finalmente con grandissimo sforzo assediarono Vicenza.
Mastino, veggendo ogni giorno le cose andare in maggiore declinazione, preso il fratello e con quello perdute quattro grosse terre e con quelle molte altre castella, ultimamente Vicenza a lui vicina esser posta in pericolo, diffidandosi di sè medesimo, mandò oratori a Vinegia per la pace. I Viniziani per loro medesimi v'erano inclinati: e a questa disposizione s'aggiungeva in pubblico i prieghi di Mastino e in privato l'amicizia di molti cittadini. Il perchè, la pace finalmente gli fu concessa da' Viniziani, con patto che lasciasse loro Trevigi e il Trevigiano, e a' Fiorentini Pescia e Buggiano e l'altre castella del contado di Lucca che possedevano, in caso che volessero entrare nella pace; e gli usciti di Lucca che in quella guerra si fussero trovati co' Fiorentini e Viniziani potessero tornare nella città. Poi che ebbero segretamente composte queste cose, mandarono ambasciadori a Firenze a significare, che a ogni modo volevano la pace colle sopradette condizioni: pertanto, se la pace piaceva loro, la togliessero con quelli capitoli; se volessero restare nella guerra, era posto nello arbitrio loro.
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