ragunasse l'altro dì. Non era punto dubbio nè quello che voleva, nè quale fusse la opinione della moltitudine. Il perchè, i signori pieni d'ansietà s'accozzarono la notte con lui, e apertamente fecero querela dello avere fatto chiamare e bandire il popolo senza loro saputa o consentimento. Lui da altra parte dava loro parole dicendo, che egli era in arbitrio del popolo potere dimostrare la volontà sua che altrimenti sarebbe in servitù e non in libertà. Finalmente si dette questa decisione: che nel seguente dì che il popolo si doveva ragunare, i priori gli dessero il dominio per uno anno con quelle medesime eccezioni colle quali s'era concesso a Carlo figliuolo del re Roberto. Fatta questa composizione, i priori già molto di notte si partirono da lui.
La mattina seguente dopo il levare del sole era comparito grande numero del popolo. Gualtieri venne in su la ringhiera, e molti della nobilità lo accompagnavano, e ancora alcuni popolani suoi fautori gli erano intorno, e avevano l'arme sotto i vestimenti. Poi che fu venuto alla presenza del popolo, i priori che erano a sedere in sulla ringhiera lo riceverono in mezzo; e uno de' priori si rizzò, e cominciò a parlare, per mettere innanzi al popolo quello che la notte s'erano convenuti. A fatica che eglino aveano dato principio al loro sermone, che dalla estrema parte del popolo gli artigiani e la infima plebe cominciò a levare le voci, e dire che fusse signore senza alcuno riservo. Queste voci furono ricevute da' suoi fautori, e successivamente seguitate per la piazza.
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Carlo Roberto Gualtieri
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