Pagina (526/852)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Noi seguiteremo di scrivere i fondamenti di nuovo della repubblica fiorentina già liberata e della città ridotta in suo arbitrio, e narreremo le cose accadute di poi, e come il governo fu comunicato alla nobilità e poi li fu tolto, e come la terra si divise secondo nuovo ordine, e altre cose degne di memoria. Cacciato che fu il tiranno, benchè la città avesse recuperata la libertà sua, nientedimeno ella aveva perduti molti e grandi sussidj e una grande parte del suo dominio: perocchè gli Aretini, Pistolesi e Volterrani per la cacciata del tiranno s'erano ridotti nella pristina libertà. Il perchè, dal canto di fuori a un tratto s'erano perdute tutte quelle cose, le quali innanzi colla fatica di molti anni e con molte contese s'erano acquistate: e dentro ogni cosa si trovava in disordine. Non v'era magistrato alcuno, nè alcuna forma di giudicio: ma solamente i quattordici uomini, i quali in sul romore della città erano stati eletti insieme col vescovo, tenevano la pubblica autorità. In costoro era posta la cura della repubblica, e i consigli d'ognuno sopra di loro si riposavano. Volendo adunque ordinare lo stato della città, confermarono alcune delle antiche costituzioni, e molte ancora ne fecero di nuovo. Delle antiche fu conservato il nome e magistrato de' priori, il quale il tiranno non aveva interamente levato. Di nuovo ordinarono quello che fu di grande momento nella repubblica, e contro allo esemplo de' tempi passati, cioè che la nobilità fussi ricevuta a questo e agli altri magistrati della città. Le ragioni che gli mossero a pigliare tal partito furono due.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Aretini Pistolesi Volterrani