Ancora ordinarono di nuovo, che la città prima divisa per sestieri si riducesse a quartieri: perocchè ogni sestiere era consueto di ricevere la sua parte degli onori, e quel sestiere che era più popolato veniva a partecipare minore rata. Parve adunque loro dovere distribuire la città in quattro parti, e ingegnaronsi il più che fu possibile, che la moltitudine de' cittadini si ragunasse per quartieri; e accadde, che il quartiere di là d'Arno, che soleva avere gli onori per la sesta parte, venne a partecipare per la quarta in questa nuova divisione.
Avendo ordinate queste cose, fecero la riforma della città, e furono mandati a partito i nomi de' cittadini, de' quali poi s'avessero a sortire i magistrati. Finalmente, poi ch'egli ebbero finiti i partiti e messo nelle borse i nomi de' cittadini, si trassero dodici priori, quattro della nobilità e otto del popolo: e entrarono in ufficio in calendi di settembre, e come era di consuetudine innanzi al tiranno, condotti co' mazzieri nel pubblico palazzo, cominciarono a governare la repubblica. Queste cose adunque furono fatte e ordinate da quattordici uomini: le quali, benchè fossero state pensate con buone ragioni, nientedimeno ebbero poca stabilità. Perocchè, nella entrata del magistrato questa cosa inusitata commosse gli animi; e fu poco grato allora quello accomunare il governo, e molto più si temeva per lo avvenire, parendo loro, che i cittadini nobili capi di grandi famiglie, i quali senza alcuna pubblica potenza erano temuti, se ancora vi s'aggiugnesse il magistrato, non si potessero sopportare, nè loro s'avessero a contenere delle ingiurie.
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Arno
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