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      Divulgato adunque il fallimento, i creditori della compagnia, ricercando con diligenza ogni loro cosa, trovarono quella ragione avere debito con private persone più che cinquecento migliaja di fiorini; e avevano prestato al re circa di settecento migliaja: nella qual somma v'erano i danari proprj della compagnia e quegli de' creditori. Questo disordine tanto inopinato e tanto grave avendo disfatte le sostanze di molti, si tirò drieto ancora la destruzione di minori traffichi, parte per varj danni che di questa ruina resultavano loro, parte per il sospetto che era nato appresso agli uomini, il quale moveva ognuno a domandare i suoi danari. Il perchè, seguendo il fallimento di molti, ne venne la città a ricevere inestimabile danno; e appresso, il credito era ridotto in sì pochi nel mercato, che ogni cosa metteva in confusione. Essendo la città per questa cagione tutta turbata, un lupo a mezzo dì entrò per la porta a Santo Giorgio, e corse buona parte di là d'Arno, e drieto il romore di chi lo perseguitava, finalmente, uscito per la porta a Santo Friano, fu morto in su la strada di Pisa. In quel medesimo dì, i segni del popolo che erano scolpiti sopra la porta del pubblico palazzo caddero per loro medesimi. Per questi augurj gli animi di molti spaventarono. E non molto di poi fu significato di Francia, che il re ingiustamente aveva permesso, che si procedesse contro alla città, non accettando le sue ragioni, e nientedimeno assegnato il termine, di sessanta giorni, dopo il quale il tiranno avesse rappresaglia contro a' beni di qualunque cittadino fiorentino.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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