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      Appresso, molti cavalli e fanti degli Aretini, i quali li erano iti seguitando, s'unirono con quelli da Montevarchi. Di tutte queste genti fu diputato capitano Albertaccio da Ricasoli, perchè il concorso grande s'era fatto appresso di lui. E pertanto, essendo copioso di gente, deliberò non aspettare la venuta del nimico, ma vigorosamente farsi incontro. Saccone in questo tempo aveva posto il campo al castello dell'Ambra, e faceva ogni sforzo per averlo: ma vedendo comparire i nostri con maggiore numero e migliore ordine di genti che non credeva, dubitò nella prima giunta non essere costretto a prendere la battaglia. Il perchè messe tutte le sue genti insieme, e ordinolle in squadra e ridussesi in un colle di sopra, e comandò che non facessero alcun movimento, ma che se i nimici appiccassero la battaglia, allora si facessero loro incontro. Albertaccio da Ricasoli vedendo i nimici essere fermi in sul poggio, stette alquanto sospeso, se prendeva la battaglia in luogo tanto sinistro. A molti piaceva il venire alle mani. Ma lui essendo capitano, alla fede del quale era stata commessa tutta quella gente, gli parve pericoloso, avendo il luogo contrario e fanti poco esercitati, con soldati esperti appiccare la zuffa: e veniva ancora verso la sera. E pertanto, poi che ebbe provocato i nimici alla battaglia, e manifestato che restava da loro, giudicando essere abbastanza avere raffrenata la loro audacia, pose il campo non molto lontano da loro in un luogo commodo e sicuro. I nimici, circa alla mezza notte abbandonato il luogo dove s'erano posti, tacitamente si partirono.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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