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      Quelli di dentro, stando attenti a questa cosa, e giudicando che colla cava dovessero già essere presso alle mura, deliberarono a quella parte ancora loro provvedere, e fare una cava di fuori innanzi alle mura più profonda, per scoprire quella de' nimici. Facendo questa opera con grande studio, ed essendo impediti da' nimici, si difendevano con la guardia degli armati. Durò la cosa a questo modo due giorni, e accese gli animi da ogni parte con grande gara di loro. Chi si sforzava di seguire l'opera sua, e chi d'impedire ch'ella non si facesse. Finalmente il terzo dì i nimici rizzarono una bastía a' primi fossi, sopra la quale erano diputati combattenti, che non solamente colle balestre, ma ancora co' sassi infestavano i lavoranti. Questa opera si faceva fra le mura del castello e la bastía, e era in luogo dove i nimici non potevano venire alle mani, ma ben li potevano offendere colle balestre. Dopo una lunga contesa, quelli di dentro vigorosamente difendendo i lavoranti, in ultimo ottennero che l'opera si finì, e scopersero la cava de' nimici, e guastaronla e abbruciaronla: e con quella medesima audacia e prosperità di vittoria corsero alla bastía che avevano fatto i nimici, e cacciatene le guardie, similmente l'arsero. Il seguente dì i nimici, parendo loro avere ricevuto vergogna, la mattina a grande ora, per comandamento del capitano, armato lo esercito e ordinato in squadre, e distribuito a ognuno il luogo suo, a un tratto con maggiore sforzo che prima dettero la battaglia al castello: e nel primo émpito, portando fascine e sermenti e altre materie, empirono i primi fossi.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852