Di poi si condussero a Bibbiena, guastando e saccheggiando il paese, dove Saccone si fece loro incontro con poca gente, e dette loro alcuni danni il primo dì: ma il giorno seguente, avendo notizia come il campo si moveva, prese un colle in luogo di mezzo, e passando le genti, si scoperse loro di sopra; e fu cagione, che le bandiere subitamente gli furono vôlte addosso e appiccato uno aspro fatto d'arme. Saccone, oltre allo ardire de' suoi soldati, aveva tale ajuto dal sito e dalla natura del luogo, che pareva con pochi potere impedire ogni grande esercito. Ma una parte di quelle genti, prestamente circondato il colle, per luoghi asprissimi riuscirono di sopra, e presero la sommità, e con grande romore assaltarono le spalle de' nimici: e a un tratto quelli che combattevano dinanzi montando al colle, rinforzarono la battaglia. Così i nimici posti in mezzo, dinanzi e di drieto combattuti, si misero in fuga, e molti vi rimasero morti, e non minor numero vi furono presi. I Fiorentini dopo questo più liberamente scorrendo il paese, predarono quanto vollero, e finalmente si partirono.
     
      Circa il medesimo tempo, Nolfo da Montefeltro e Uguccione da Cortona con dumila cavalli e dumila fanti de' nimici entrarono nel contado di Perugia, e per trattato ebbero Bettona. Questa perdita dei collegati parendo a' Fiorentini pericolosa, e vedendo le castella vicine inclinate al favore de' nimici, mandarono in ajuto de' Perugini ottocento cavalli. Ultimamente il fine della guerra fu prospero per la parte de' Perugini: perocchè i condottieri de' nimici avendo ricevuto parte di loro gente a Bettona, e rimandato il resto della moltitudine nel Cortonese, finalmente furono ossidiati da' Perugini: e condotti a una estrema difficoltà d'ogni cosa, aspettavano continuamente soccorso, e in ultimo, non venendo alcuno in loro ajuto, i capitani, perduto ogni speranza, si fuggirono una notte sconosciuti, in forma che nè gli amici nè i nimici li sentirono.