Con queste persuasioni mosse e ragunò grande numero di gente. Il primo ridotto di costoro fu nella Marca, dove ogni giorno traeva moltitudine di malfattori, che desideravano di vivere di rapina, non solamente forestieri, ma ancora italiani. Queste genti ristrette insieme incominciarono a predare i luoghi circostanti: di poi come uno incendio si cominciarono a dilatare, e facevano disegno uscire della Marca e passare con loro sforzo nel Ducato e in Toscana. Il perchè i Fiorentini, mossi da questo timore, soldarono gente, e collegaronsi co' Perugini e co' Sanesi in nuova confederazione, e obbligaronsi di difendere l'uno l'altro con tutte le loro forze. I nimici, o veramente predatori o veramente soldati che si debbano chiamare, poi che ebbero trascorso a loro piacimento per la Marca, passarono lo Appennino in quel di Fuligno, e di poi nel contado di Perugia. I Perugini, benchè non mancasse loro ajuto per la confederazione novamente fatta, nientedimeno, vedendo venire la piena della guerra sopra di loro, subitamente s'accordarono: perocchè lo esercito de' nimici passava il numero di ottomila cavalli e quattromila fanti, senza le genti disarmate use a seguire il campo, che era una moltitudine quasi innumerabile. Il perchè i Perugini, per fuggire grandissimi danni del contado loro, si composero con questa gente, edettero loro danari e vittuvaglia, perchè si partissero senza alcuna offesa.
I nimici se n'andarono in quel di Siena, di poi passarono in quel di Firenze, e ostilmente trascorrendo il paese, vennero a San Casciano otto miglia discosto alla città. In questi luoghi guastando il contado, finalmente furono mitigati da' Fiorentini con simili doni.
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