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      Di poi passarono in quel d'Arezzo e da Città di Castello, e partiti la preda e' danari fra loro, di nuovo si mettevano a ordine (benchè fusse il tempo già dell'autunno) di fare altre imprese per lo avvenire.
     
      In quel medesimo anno Carlo, eletto alquanto innanzi allo imperio, passò in Italia, invitato massimamente da' nimici dello arcivescovo di Milano, i quali essendo molti e potenti, s'erano uniti insieme, per diminuire la sua potenza e grandezza. E perchè se n'abbia più chiara notizia, ci faremo a narrare alquanto innanzi.
     
      Poi che la pace fu fatta co' Fiorentini e coll'altre città di Toscana, i Genovesi, consumati da una lunga guerra de' Veneziani e Catalani, finalmente rifuggirono allo arcivescovo di Milano, e dettongli il dominio della città. Questo conquisto di Genova si tirò drieto la guerra de' Veneziani contro allo arcivescovo: e co' Veneziani s'erano uniti i signori di Padova, di Verona e di Ferrara, e gli altri inimici antichi dello arcivescovo. Costoro, sollecitando la venuta, di Carlo, furono cagione di farlo passare in Italia; e stimarono che per la sua venuta s'avesse a diminuire la potenza dello arcivescovo, la quale era odiosa e accresciuta oltre misura. Ma come fu entrato in Italia e fermatosi a Padova, pochi dì poi si morì lo arcivescovo, e li suoi nipoti dal lato di fratello succedettero nel dominio. Questa sùbita e repentina morte dello arcivescovo accrebbe la speranza a Carlo. Il perchè, partito da Padova e condotto a Mantova, stava attento, se alcuna cosa si rinnovava.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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