Furono ancora mandati certi soccorsi a Forlì, acciocchè potessero più lungamente sostenere le compagnie de' predatori.
Queste cose furono fatte di fuori: ma dentro nacquero grandi perturbazioni per le cagioni che appresso diremo. Erano state nella città le contese delle parti, della origine e del processo delle quali abbiamo fatto menzione nel primo libro di questa nostra istoria. E dopo la tornata di coloro che avevano fatta la guerra con Carlo primo, se n'era tenuto alquanto tempo gran conto: di poi, come accade, successivamente se n'aveva minore cura, in forma che molti di coloro, i progenitori de' quali erano stati di parte ghibellina, erano entrati al governo della repubblica, benchè fussi loro proibito dalla legge. Il perchè si levarono alcuni cittadini, e facendo querimonia, che la osservanza antica andava in declinazione, furono cagione di fare nuova legge, che chi fusse disceso da antichi ghibellini, o non fusse della università de'guelfi, non potessero intervenire al governo della repubblica, posto la pena a quelli tali che pigliassero alcuno magistrato, benchè spontaneamente fusse loro dato. E perchè questo era difficile a provare, fu ordinato che se ne stesse alla fede di sette testimoni. Di qui cominciarono i cittadini a essere molestati. I capitani della parte, riputando questa cura appartenersi a loro, notificavano i loro nomi, e facevanli condannare. Questa autorità de' capitani, usata da principio temperatamente, cominciò a trascorrere tanto oltre, che passando il modo e la misura, era cagione che non solamente i colpevoli, ma ancora gli innocenti erano messi in pericolo: e crescendo ogni dì il numero de' cittadini avuti a sospetto, il timore si venne a dilatare universalmente per tutti, e pareva la città di lieta diventata piena di mestizia e di tremore.
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Forlì Carlo
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