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      In questo modo soprastati alquanti dì, finalmente, dopo vana espettazione, i Tedeschi si partirono, facendo manifesto segno di timore e di spavento: perocchè si levarono tacitamente in sul fare del dì, lasciando pochi nel campo che ardessero gli alloggiamenti; e loro prima si ridussero sotto la città di Lucca, che si potesse sentire di loro partita. Nel campo de' Fiorentini come s'ebbe notizia della fuga loro, i nostri si movevano a seguitargli: ma furono ritenuti dal capitano, dubitando (perchè Lucca in quel tempo si teneva per li Pisani) di non violare la pace. I Tedeschi si partirono da Lucca, e per Lunigiana e Genovese passarono in Lombardia. Il capitano e lo esercito fiorentino dopo loro fuga se ne tornarono a Firenze con festa e con trionfo. Quelli che erano venuti in loro ajuto, donati e ringraziati, si partirono tutti con buona grazia della città. Il nome certamente e la fama del popolo fiorentino per questa sperienza crebbe assai appresso tutti gli altri popoli, e grande reputazione e gloria ne segui alla città.
     
      Non molto di poi che le genti furono ridotte a casa, avendo inteso come i Tedeschi passati in Lombardia erano giunti al Tesino, si mosse la repubblica, pel fresco beneficio di messere Bernabò, a mandare a lui similmente mille cavalli, i quali usasse in quella guerra: e con loro vi furono mandati due commessarii cittadini fiorentini, uomini egregj e sperti nel mestiero dell'arme.
     
      In quello anno i Fiorentini fecero impresa contro a Bibbiena per la cagione che appresso diremo.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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