I Tarlati e gli Ubertini, potenti famiglie degli Aretini, benchè fussero delle medesime parti, nientedimeno per loro odii privati erano venuti fra loro in dissensione. L'una stirpe e l'altra era stata nimica della repubblica Fiorentina: perocchè della casa degli Ubertini era stato il vescovo Guglielmino, il quale a Campaldino in quella pericolosa battaglia si trovò a combattere co' Fiorentini; della casa de' Tarlati era stato Saccone e' suoi consorti, che a suo tempo avevano date assai molestie alla città. Contro a Saccone e a suoi figliuoli era la indegnazione più fresca. I nimici loro come accetti alla repubblica erano ritornati alla città, e apertamente erano venuti in grazia di quella per la guerra dei Tedeschi: nella quale, con una squadra di buona gente venendo a Firenze, e di poi seguitando in campo il capitano, s'erano trovati a fare esperienza di loro. E questa cosa era stata gratissima alla città. E a questo s'aggiugneva ancora, che dopo la tornata dello esercito, Biordo capo di quella famiglia, il quale per la fatica del campo contro a' Tedeschi era caduto in infermità, ultimamente era morto a Firenze. La città adunque con grata memoria del servigio ricevuto, nelle esequie sue mostrando ogni magnificenza, supremamente lo onorò, e Azzo suo fratello fece cavaliere, e tutta la loro famiglia fu ricevuta in grazia e protezione della repubblica.
A istanza adunque di costoro, si prese la guerra contro a Bibbiena per la città: e la cura di quella fu data a messere Azzo e Farinata degli Ubertini, perchè in quelle circustanze tenevano molte castella.
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