Essendo la ossidione posta a Bibbiena, gli Aretini, per lo odio antico di Saccone, vennero a strignere gli assediati, e posero il campo loro di per sè. La ossidione fu stretta e aspra, e da quegli di dentro fu fatta la difesa valorosamente circa di due mesi. All'ultimo i terrazzani, non vedendo alcuna speranza di salute, di notte tempo accordati co' nimici gli misero per le mura. Di poi la zuffa fu dentro, e quelli di Saccone si rifuggirono nella rôcca, non senza battaglia: nella quale vi fu Farinata Ubertini gravemente ferito. La rôcca di poi fu assediata, e finalmente presa. I figliuoli di Saccone, Marco e Lodovico, insieme con alcuni altri loro congiunti furono condotti a Firenze, e messi nelle carceri. Bibbiena adunque in questo modo venne nella podestà de' Fiorentini: ma dell'altre castella, le quali pel Casentino tenevano i figliuoli di Saccone, la maggior parte tornarono agli Aretini.
Il seguente anno le cose di fuori e dentro da principio erano quiete: ma in quel di Bologna si dimostrava grande movimento e materia di nuova guerra. Quella città abbiamo narrato di sopra, che si teneva per lo arcivescovo di Milano. Dopo la sua morte essendo venuto il dominio a' nipoti, fu diputato al governo di Bologna messer Giovanni da Oleggio, il quale era stato capitano della guerra di Toscana. Costui era loro congiunto, e aveva grande autorità colla conservazione di quella terra: e trovandosi innanzi alla morte dello arcivescovo a quello governo, pareva più tosto che l'avesse ritenuto che ricevutolo di nuovo.
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