Di poi pe' confini de' Sanesi se ne tornarono a Pisa. Innanzi alla loro tornata, quando i nimici erano intorno a Arezzo, i Fiorentini, in quel mezzo mandate le loro genti in quel di Pisa, arsero ogni cosa intorno alla città. Di poi si condussero a Livorno, e trovando quel castello abbandonato di guardie, lo presero e arsero. E dubitando, che i Pisani, i quali avevano avuto nuove genti d'arme di Lombardia, non interrompessero loro il cammino, con celerità pel contado di Volterra si ridussero a salvamento.
Essendo al fine di quella state, e trovandosi i Pisani un grande esercito, e dubitandosi dell'anno futuro, i Fiorentini tentarono gl'Inglesi pel mezzo del danajo e l'altre genti che erano venute in loro ajuto, che si dovessero partire. E finalmente ottennero con grande spesa, ch'elle si partissero da' loro soldi, ma non però che aggiunte alle nostre facessero loro guerra (e per onestà fu fatta tale eccezione); ch'elle non fussero nimiche nè a' Fiorentini, nè agli Aretini; ma se i Fiorentini facessero guerra a altri che a' Pisani, in quel caso non ricusavano essere con loro. In questo modo gran parte delle genti si partirono da' Pisani. Solamente rimase loro una compagnia d'Inglesi di mille cavalli che conduceva Giovanni Aguto, e altre genti italiane.
In quel mezzo i Fiorentini avevano chiamato messere Galeotto Malatesti uomo singolare e peritissimo nel mestiere dell'arme, e fattolo capitano della guerra. Il quale il medesimo dì che egli entrò in Firenze, ricevette le bandiere secondo la consuetudine, e raccolte insieme le genti di Firenze, subitamente le condusse due miglia fuori della terra in sulla via di Pisa.
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