E perchè in quel luogo aspettava gli ajuti degli Aretini e degli altri popoli amici, la persona sua ogni dì entrava in Firenze a consultare col magistrato e co' principali cittadini quello che fusse da fare. Finalmente, essendo ragunate tutte le genti, e l'altre cose necessarie messe in punto, addirizzò le bandiere verso Pisa con circa quattromila cavalli e più che diecimila fanti. Con questo esercito n'andò prima a Peccioli, di poi a Cascina: e in quello luogo afforzato il campo, con grande diligenza aspettava la occasione di fare qualche rilevato fatto.
I Pisani, vedendo il campo de' nimici essere vicino a Pisa a sei miglia, deliberarono di pigliare la zuffa. Era la moltitudine del popolo grande, specialmente avendo a fare pruova presso alla città, e la gente condotta a piè e a cavallo usata a stimar poco i Fiorentini per la prosperità delle vittorie prossime. Avevano oltre di questo con loro Giovanni Aguto, peritissimo e sagacissimo capitano, il quale dava loro animo e speranza assai. Deliberando adunque d'andarli a trovare, Giovanni Aguto uscì di Pisa, e fermossi collo esercito a Sansovino: il quale luogo era in mezzo tra la città e i nimici. Il modo di pigliare la zuffa fu questo. Mandarono spesse volte alcuni uomini d'arme al campo de' Fiorentini, che levassero il romore, di poi fuggissero: e facendo questo più volte, dessero loro cagione di fare poca stima di loro venuta e di loro assalti. E avendo condotta questa cosa Giovanni Aguto con grande astuzia, finalmente una giornata dopo passato il mezzodì, si mosse con tutte le genti, e con mirabil silenzio assaltò il campo de' Fiorentini.
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