Ultimamente la vittoria s'acquistò contro a' nimici, e fu liberato Reggio dallo assedio. Messer Manno Donati cavaliere fiorentino, capitano di quelle genti, per la fatica grande del campo cadde in infermità, per la quale morì poi a Padova.
Papa Urbano, circa questi tempi, composte le cose d'Italia, s'era tornato di là da' monti, e visse poco tempo di poi: e in suo luogo fu creato papa Gregorio. E non molto di poi si fece la pace con messer Bernabò, e lo esercito de' collegati fu rimandato ognuno a' suoi superiori, e le genti d'arme de' Fiorentini se ne tornarono in Toscana.
Nella fine di quello anno, gli oratori mandati in Francia al nuovo pontefice a rallegrarsi della sua assunzione, trovarono l'animo suo non molto ben disposto verso le cose d'Italia. Massimamente li fece insospettire una cavillazione mossa inverso i Perugini: i quali non si potette ottenere dalla sua santità, che li ricevesse a grazia in quella forma che erano col suo antecessore. Seguì poi la presura di quella terra, che accrebbe ancora la suspizione: perocchè i Perugini avendo la carestia grande, ed essendo chiuse da ogni luogo le vie, furono costretti, quasi come vinti, darsi al legato. E nientedimeno col sospetto durava la pace: e certa lega fu rinnovata con papa Gregorio, nella quale furono compresi i Pisani, Sanesi, Aretini e Lucchesi insieme co' Fiorentini.
In questi tempi erano cresciute in Firenze le sètte civili degli Albizzi e de' Ricci. Queste famiglie erano ricche, e i loro capi erano uomini riputati nella repubblica: e ognuno di loro aveva tirati a sè altri cittadini, e molte cose si facevano con gara e contesa.
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