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      Considera, padre ottimo, che cose sono queste! Non sono elleno stupende e vituperose? Scoperto adunque la malignità, e veduto il dubbio nostro, se noi ci siamo armati, acciocchè un'altra volta non possiamo esser messi in pericolo, esamina, se questo è sovvertire lo stato della chiesa, o conservare il nostro; e se noi che abbiamo ovviato al pericolo in che ci avevano messi, siamo cagione di questa turbazione, o coloro che vi ci hanno tirati e costretti a prendere l'armi contro alla loro violenza. E se l'altre città, vedendo i nostri provvedimenti, si sono ribellate, non lo devi imputare a noi, avendo fatto ogni cosa per la nostra difesa, e non per la offesa d'altri. E queste cose giuste e ragionevoli pare che abbiamo esposte per la nostra repubblica, e la tua beatitudine, volendo giudicare dirittamente, debba quelle medesime approvare. Ma il sospetto che ci resta vogliamo liberamente dire; perchè abbiamo inteso molte cose sinistre essere state da' nostri emuli pôrte agli orecchi della tua beatitudine e diffusamente referite contra la devozione e fede della nostra città. E pertanto pare necessario contro a quello che è stato detto esporre qual sia stata e sia la devozione del popolo nostro verso la chiesa. Il popolo fiorentino, beatissimo padre, se le istorie antiche si cercano, troverai che ha sempre e specialmente tenuto colla chiesa romana. Per questo ha sopportato gravissimi sdegni e infinite persecuzioni dagli imperadori. Nessuno contro a' pontefici romani s'è levato per Italia, il quale dal popolo fiorentino, come fautore di questi, non sia suto perseguitato: e ancora non s'è fatto guerra per la chiesa in luogo alcuno, dove i Fiorentini non sieno intervenuti coll'arme.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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