Certamente per quella ragione che voi allegate per vostra difesa, d'avere preso l'armi, acciocchè altri non vi mettesse in pericolo. Tali parole nella prima fronte pajono buone e ragionevoli, perchè egli è lecito a ognuno difendere sè medesimo dalla violenza che gli è fatta: ma se alcuno piglia l'armi, non tanto per rimuovere da sè la violenza d'altri, ma per ammazzare colui di chi egli ha sospetto e che egli teme, certamente è omicida e merita d'essere condannato. Voi, Fiorentini, mandaste le vostre genti a Città di Castello, a Perugia, a Bologna, a combattere le fortezze della chiesa romana e cacciarne i governatori di quelle. Questo, sia detto colla pace vostra, non è cacciare da sè la violenza, ma farla ad altri; nè cacciare la ingiuria da casa sua, ma recarla a casa del compagno. Simile adunque è questo vostro fatto a quello di colui che ammazza l'uomo di chi ha sospetto, acciocchè quando che sia non gli possa nuocere: che è cosa vituperosa a farlo e manifestamente contro alla legge. Ma che parliamo noi del sospetto e del timore, essendo noto che voi non per queste cagioni, ma per lo odio vi siate mossi? Lasciamo andare Bologna, Perugia, Città di Castello, le quali terre avete indotte a ribellarsi e combattuto le loro fortezze. Diciamo, che per la vicinità di quelle n'abbiate avuto alcuno sospetto o timore. Ma che diremo noi d'Ascoli della Marca e dell'altre città di quel paese? le quali sono tanto lontane da voi e sì distanti, che manifestamente si dimostra non per sospetto o per paura, ma per odio dello stato ecclesiastico, vi siete levati a tôrre quelle città, e non avere solamente cercato diminuire le forze della chiesa in Italia, ma in tutto abbatterle e distruggerle.
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