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      Ma i Brettoni, i quali dicemmo di sopra essere mandati dal papa in Italia, passate l'Alpi, per quello d'Asti, d'Alessandria e di Tortona e ultimamente per tutta la Lombardia condotti, vennero ne' confini de' Bolognesi poco innanzi alle ricolte. I Fiorentini, acciocchè i Bolognesi si difendessero dallo impeto loro, avevano mandato ai Bolognesi tutte le loro genti, e presi e afforzati i passi dello Appennino, perchè non avessero facoltà di passare in quel di Firenze.
     
      Era co' Brettoni il legato gebennese, cioè il cardinale di Ginevra, del quale facemmo menzione di sopra. Costui adunque, confidandosi in una simulata clemenza, non lasciava guastare il loro contado, nè fare loro molti altri danni che si tirano dietro le condizioni della guerra, e dentro aveva mandato chi offeriva per sua parte il perdono e la impunità delle cose passate: e tale promessa aveva tirati molti de' Bolognesi alla via sua.
     
      Questa pratica occulta teneva di trattato, dove era posta la sua speranza. Il perchè, più volte movendo il campo pel contado di Bologna, era soprastato in quelli luoghi circostanti più tempo, tentando continuamente, se per alcuno modo poteva tirare le genti che erano dentro a uscire fuori. Dentro era capitano delle genti messer Ridolfo da Camerino: il quale, essendo uomo di sagace ingegno e esperto nella guerra, e vedendo inimici soprastare in paese, e stimando che non aspettassero altro che trattato, non lasciava uscire fuori le genti, perchè solamente stimava la guardia della terra, giudicando quello che era, che se la città si difendesse da' nimici, ogni loro émpito mancherebbe presto.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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