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      La qual cosa sentendo il Biffolo, domandò alla presenza di tutti, se egli era manifesto sè essere vincitore, e essere nelle sue mani la vita e la morte di colui: e confessando di sì, fu contento a quel consentimento, e benignamente lo donò al legato. Restava l'altra battaglia degli altri due fatta con grande sforzo da ogni parte. Ma di quella fu ancora tale fine, che andando l'uno contro all'altro colle lance, a un tratto feriti caddero in terra. Ma l'Italiano fu il primo che si rizzò, e il Brettone in terra quasi mezzo morto ebbe prigione. Furono donati i vincitori egregiamente: e di poi con grande onore si tornarono dentro.
     
      In questo medesimo tempo un trattato scoperto a Arezzo dette grande movimento a quella città. Perocchè i figliuoli di Saccone cogli amici del padre e della loro setta trattarono di tornare dentro e prendere il dominio della terra. Erano allora gli Aretini in lega co' Fiorentini: e per questa cagione tutta la speranza e fede de' congiurati era ne' nimici del popolo fiorentino, e non mancava loro le genti o de' Brettoni o degli Inglesi, che dessero soccorso a conducere questa cosa. Ma quel trattato fu scoperto, e credesi da' loro congiunti, i quali, o per invidia o per isdegno di non essere stati richiesti, avendo saputo per altra via, rivelarono tutto l'ordine dato. Furono presi e morti alcuni de' congiurati, gli altri scacciati, e fu tolto l'armi e gli onori della repubblica a quelli della parte ghibellina: e la guerra si prese vigorosamente contro a' figliuoli di Saccone.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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