Questa novella come si sentì, venne a dissolvere la pratica di quelli ch'erano a Serezzana, essendo mancato l'autore, e ognuno si studiava, come accade nelle cose nuove, di provvedere a' fatti suoi.
Dopo la morte del sommo pontefice, seguirono maggiori alterazioni, che turbarono ogni cosa in modo, che poco si pensava di fare la pace co' Fiorentini o riparare per Italia allo stato della chiesa. Ebbe origine questa turbazione per le cagioni che appresso diremo. Morto papa Gregorio a Roma, e fatte le solennità delle esequie, e entrati i cardinali in conclavio per creare il successore, si levò il popolo de' Romani non per stimolo d'alcuno, ma spontaneamente, gridando, che dovevano creare un papa romano dei loro cittadini o almeno italiano: perocchè assai avevano regnato i Francesi nella sedia romana; e che quella degnità doveva tornare a' cittadini romani o italiani. Queste cose dette e domandate parendo convenienti alla ragione, crescevano il tumulto, e la moltitudine era venuta al palazzo insino al conclavio. I cardinali, perchè si domandava che fusse creato o romano o italiano, elessero messere Bartolommeo arcivescovo di Bari, di nazione italiano e di patria napoletano. Questo ne' seguenti giorni perseverarono, cessato il timore, di onorarlo come pontefice. Ma fu in quello uomo una natura dura e inquieta, e allora, sollevato a tanta degnità fuori della sua speranza, pareva intollerabile. Non mostrando di sapere grado alcuno a' cardinali che lo avevano eletto, non era in lui umanità, non maniera da obbligarsi gli animi, ma era difficile, rigido, e più tosto voleva essere temuto che amato.
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