Il seguente dì, cresciuta la moltitudine, prese il palagio del podestà e miselo a sacco; e di poi col medesimo furore ritornò al palagio de' priori, e strinsono i priori renunziare il magistrato; e ridotti come persone private, fuori d'ogni autorità ne gli rimandarono a casa. E la moltitudine colla vittoria entrò nel palazzo, e fece gonfaloniere di giustizia Michele di Lando, uomo della infima plebe: e arsero tutte le borse dello squittino dove erano scritti i nomi de' cittadini.
In quel medesimo dì si raunò il popolo, e ordinò molte cose di nuovo circa il governo della repubblica, e massimamente questo, che il gonfaloniere di giustizia d'ogni tempo non si facesse d'altra ragion gente che della infima plebe. Ordinò ancora nuovi collegj d'arti nella città, e a Michele gonfaloniere fu data autorità insieme con li sindichi de' collegj delle arti d'eleggere i priori, i quali dessero d'ogni mistura di cittadini. La plebe nientedimeno e la moltitudine in ogni cosa dominava. Fecesi di poi la riforma e lo squittino della città assai diligentemente. Trovaronsi a farlo i priori e il gonfaloniere di giustizia e i gonfalonieri delle compagnie, gli otto che erano stati sopra la guerra e i sindichi di ciascun'arte; e a questi aggiunsero nominatamente messer Salvestro de' Medici e messer Benedetto degli Alberti, tutti due cavalieri. Per le mani di costoro adunque si fece lo squittino: e in quegli medesimi dì molti cittadini della parte avversa furono cacciati in esilio, molti confinati a tempo.
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Michele Lando Michele Salvestro Medici Benedetto Alberti
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