Appresso, il re Lodovico gli dava grande ajuto a tale acquisto per l'odio antico della reina. A questo Carlo adunque, trovandosi a Padova, si ridusse gran numero degli usciti, sperando pel suo mezzo ritornare dentro. Avea la città mandatogli suoi ambasciadori, per intendere la sua mente; e mostrando di mandare per altro, aveva commesso loro, che favorissero la pratica della pace fra' Genovesi e' Veniziani. Gli ambasciadori furono questi: messer Tommaso di Marco Strozzi, messer Donato Barbadori e Marco Benvenuti. Costoro adunque, fatto il loro ufficio, ritornarono, e riferirono in diversi modi di Carlo e degli usciti: perocchè messere Tommaso Strozzi mostrava fare poca stima di Carlo e delle sue forze e della sua impresa, e aggravava molto gli usciti, riferendo lor parole piene di contumelia, e accrescendo ancora i loro fatti come iniqui e maligni. Messere Donato Barbadori riferiva diversamente di Carlo; e degli usciti dicea non gli esser note quelle cose e non aver di loro che riferire. In questa maniera nacque controversia fra questi cittadini: e fu rimproverato al Barbadoro, che egli aveva nella città di Bologna invitati a cena alcuni degli usciti di per sè dagli altri ambasciadori. Per quel sospetto fu cominciato a esser tenuto della parte avversa.
In questo tempo, Giannozzo da Salemo, che era de' capitani di Carlo, venne a Bologna con alquante genti d'arme: e Carlo se n'era ito in Ungheria, con proposito di tornare a tempo nuovo in Italia coll'esercito. Il capitano di Carlo quanto più s'appressava, tanto più generava sospetto degli usciti; e molte cose, come accade, andavano a torno.
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