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      Dopo la tratta essendo entrati i nuovi priori nel magistrato, pel consiglio de' quattro della guardia, acciocchè non avessi a nascere per lo avvenire alcun sospetto nelle tratte, crearono quarantasei uomini, i quali insieme co' priori e collegj provvedessino a purgare e spegnere i sospetti e a posare in ozio e quiete i cittadini. Questi tali, segretamente esaminato più giorni quel fussi da fare, all'ultimo chiarirono trentanove cittadini non potere per tre anni avere ufficio: appresso, venti della nobilità fecero di popolo, e altrettanti di popolo fecero del numero de' grandi. Molte cose oltra di questo furono ordinate per loro contro agli usciti e loro patrimonj, e quasi tutte con malignità. E in questa maniera le cose dentro erano in gran perturbazione. E di fuora circa questo tempo cresceva il timore, perocchè il capitano di Carlo, del quale facemmo di sopra menzione, da Bologna era ito a Rimino, e di poi si diceva passava in Toscana con gran numero degli usciti di Firenze. Questa paura fu cagione, che messer Giovanni Aguto fussi eletto allora per la prima volta capitano di guerra della città.
     
      Nel principio del seguente anno, si cominciò a dire, che in quel di Siena si raunavano genti assai. Queste erano Italiani collegati insieme, che n'era capitano il conte Alberigo da Barbiano, e una compagnia di Tedeschi, che gli conduceva Guglielmino Filibaco, e una multitudine d'Ungheri guidati da Giannozzo da Salerno. Tutte queste genti si metteano a ordine a stanza di Carlo, e aspettavano la volontà e il comandamento del suo capitano: e gran numero degli usciti s'erano accozzati con loro con speranza di ritornar dentro.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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