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      Carlo adunque partito da Rimino, venne ad Arezzo; e tutta la moltitudine degli usciti fiorentini, levandosi a speranza per quello luogo sì vicino e sì opportuno, lo seguiva. Erano a Arezzo gli ambasciadori fiorentini mandati già molto innanzi, per trattare della concordia della città. Quel dì che Carlo entrò drento, gli usciti di Firenze ammazzarono uno degli ambasciadori, il quale era loro molto avverso nella città. E' avea nome messer Giovanni di Mone: era stato uno degli otto per la guerra della Chiesa, e per la discordia civile molto cresciuto, e avea preso la milizia, e era riputato de' principali. Per la morte di costui, molte cose furono ordinate a Firenze con grande rigidezza contra gli usciti, e le case di coloro che l'avevano morto furono gittate in terra.
     
      Trovandosi Carlo in Arezzo, le sue genti, scorrendo nelle terre de' Fiorentini, messero in preda tutto il paese, e in alcuni luoghi si feciono certe scaramucce: e le genti de' Fiorentini vennero loro a petto, e facilmente posero freno alle loro scorrerie. Erano gli animi da ogni parte accesi: e per questo si credeva, che Carlo avessi a conducere l'esercito a Firenze per la via diritta. Ma lui si volse per un altro cammino in quel di Siena, e avea seco le genti condotte d'Ungheria, appresso Italiani e Tedeschi che erano stati sotto il conte Alberigo e Giannotto da Salerno. Con questo esercito passando pel terreno de' Sanesi, si pose presso a Staggia e a Poggibonzi, che sono castella del contado di Firenze vicine a' Sanesi.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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