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      Fra costoro erano i figliuoli di Saccone e' suoi consorti e la famiglia degli Ubertini, uomini molto potenti. Di qui venne, che il governatore cominciò a inclinare al favore di costoro, i quali col benefizio della restituzione s'avea obbligati, e avere a sospetto gli altri che aveano dato la terra alla maestà del re, perchè nel restituire i loro avversarj, gli pareva avergli molto offesi. In tanta perversità di cose e confusione della città, i buoni cittadini che avevano bene meritato del re trovandosi abbassati, e gli usciti rimessi drento e esaltati in grande onore, v'era nato lo sdegno e odio manifesto verso il governatore. La qual cosa venendogli a notizia, mosso ancora da quelli che erano rivocati, fece pigliare alcuni di coloro che avevano dato il dominio al re e mettergli nelle carceri, alcuni fece morire, alcuni furono scacciati e perseguitati. In questa forma la parte ghibellina la quale era stata fuori più di quaranta anni e per la venuta del re si stimava dovessi perire, per favore e malignità del governatore rimessa drento, cominciò a essere più potente che l'altra nella città: tanto è fallace l'opinione nelle cose umane! Questi modi e vituperosi portamenti del governatore alcuni cittadini scacciati da lui riferirono alla maestà del re: il quale, riprendendo la sua malignità, vi mandò lo scambio Jacopo Carraccioli napolitano, e comandò che i suoi amici fussino rivocati e onorati. I figliuoli di Saccone e' suoi consorti e gli Ubertini e tutta quella parte de' ghibellini, sentendo la venuta del nuovo governatore, avevano fatto venire nella città dalle castella vicine grande multitudine di loro parziali, e stavano apparecchiati a ogni movimento.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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