Messer Tommaso Strozzi, essendo stato uno degli otto della guerra della Chiesa, e di poi perseguitato da coloro che erano della parte avversa, si trovava tanto male contento, che insino a' suoi consorti era opposito e contrario. Intorno a costoro si riducevano molti seguaci e scorridori del popolo minuto. Di qui l'abominazioni de' cittadini; di qui le calunnie; di qui provvisioni acerbissime contra rilegati, e finalmente l'esca d'ogni male si riputava che nascessi.
Era Giovanni di Cambio uomo di buona fama e non di piccola riputazione fra i cittadini. Accadde, che di notte tempo passando uno scorridore intorno alla casa sua (perchè ogni andamento con diligenza si ricercava), sentì certo romore e parole in quella casa. Di qui prese occasione di riferire, come aveva in casa una compagnia d'armati, per sovvertire lo stato della città: e tutto questo rapporto era cosa vana, perocchè non aveva altri in casa, eccetto che la propria famiglia e il fattore di villa, il quale, come si fa, aveva arrecato un porco di contado. Essendo adunque prestamente tutta la casa cerca e trovato il rapporto essere falso, fu ritenuto quello che l'aveva abominato, uomo audace e di mala condizione, per intendere da lui, se la sua accusazione era calunnia o verità; e finalmente si trovò che a studio avea finto questa abominazione, e dovea similmente abominare degli altri. Il perchè, restando lui in pericolo d'esser morto, messer Giorgio e messer Tommaso prima con prieghi e con minaccie, di poi, non giovando quelle, si volsono alla forza, e con grande numero di scorridori e della plebe andarono a casa del rettore, e trassonne il prigione, e arebbono forse morto lui, se l'avessero trovato.
| |
Tommaso Strozzi Chiesa Giovanni Cambio Giorgio Tommaso
|