Costoro, giunti a Milano, furono sovvenuti di' danari e vittuvaglia da messer Bernabò e ricreati del lungo cammino: di poi, partiti del Milanese, non vennero per la via consueta per Lombardia e per la Marca, ma volgendo alla mano destra, pel Piacentino e quello di Lucca passarono in Toscana. I Fiorentini benchè fusse dato loro buone parole, nientedimeno fecero levare le robe del contado e portare nella città. I Francesi, partiti di quel di Lucca, entrarono in su' terreni de' Fiorentini, e fermaronsi col campo presso a Samminiato; e nonostante che avessero offerto di passare pacificamente, nondimeno predarono tutto il paese, e non s'astennero dal combattere luoghi ancora ben forti. In somma, partiti da Santo Miniato, in sei giorni (che arebbono potuto fare in un dì quel cammino) si condussero a Staggia, e messo a sacco tutto il contado, passarono in quel di Siena: dove finalmente condotti, cominciarono a sparlare del popolo fiorentino e a minacciare, se non fussi dato loro danari, di fare dell'altre cose. I Fiorentini, guardando colle genti d'armi la terra, facevano poca stima di loro minacci.
Essendo i Francesi in questi luoghi, fu dato loro speranza d'avere Arezzo: perocchè gli usciti di quella città, de' quali erano capo i figliuoli di Saccone, erano venuti a trovare i Francesi, e mostro loro quella terra essere del re Carlo, contro al quale avevano fatto sì lungo cammino; e che facilmente si poteva prendere, perchè il circuito delle mura era grande, e quegli che la difendevano eran pochi rispetto alle calamità passate dalla terra; appresso, che loro potevano dare l'entrata pel mezzo d'alcuni parziali e amici della setta loro, uomini poco noti e di bassa condizione, i quali non aspettavano altro che la loro venuta.
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