Ma con tutto questo non si levarono però le suspizioni: tanto è piena di gelosia la cupidità del dominare! Messer Bernabò, essendo feroce e cupido di natura e avendo più figliuoli, meritamente era temuto. Questo altro, per la età e per essere solo, pareva più atto a essere offeso. E pertanto stava a Pavia, per essere più sicuro, e studiosamente fuggiva la conversazione di messer Bernabò, e metteva grande diligenza in conservare l'amicizie antique del padre e acquistare delle nuove, e con dolce maniera s'ingegnava tirare a sè la benivolenza degli uomini. Queste cose, grate per loro medesime, erano ancora più accette per rispetto dalla natura aspra e rigida di messer Bernabò: e per dire brievemente questo effetto, l'uno si faceva amare e l'altro temere. E pertanto la fama e il favore de' popoli con maggiore grazia e prosperità andava drieto al giovane. Finalmente, essendo opinione che messer Bernabò occultamente lo volessi giugnere, Giovan Galeazzo anticipò, e prese messer Bernabò e tutte le sue forze, e il dominio ridusse nella potestà sua. Cremona, Piacenza e altre città di messer Bernabò quasi a uno tempo si dettono a Giovan Galeazzo. Messer Bernabò non molto dopo la sua presura si morì.
Questa novella udita a Firenze, nel principio non fu molesta, perchè le contese della città erano state con messer Bernabò, e la condizione sua non era riputata molto confidente e sicura. Ma di poi, pensando quante forze s'erano unite e ridotte in uno giovane d'età e di natura e di consiglio coperto, come dimostrava il fine di messer Bernabò, cominciò la città avere sospetto e temere che riuscita dovessero avere queste novità. E in questa forma passava la cosa in Lombardia.
| |
Bernabò Pavia Bernabò Bernabò Bernabò Giovan Galeazzo Bernabò Piacenza Bernabò Giovan Galeazzo Bernabò Firenze Bernabò Bernabò Lombardia Cremona
|