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      Appresso, mi pare che si debbi eleggere uomini esperti e prudenti, i quali stieno quasi in una vedetta attenti e vigilanti alla repubblica, e sagacemente ogni cosa intendino e proveggano. Oltre alle predette cose, giudico essere utilissimo conservare l'amicizia con tutti i nostri vicini, e dare favore a' Bolognesi e mantenere la lega con loro, perocchè se quella città venissi nelle mani de' nimici, ci recherebbe grandissimi pericoli. Queste cose tutte mi pare che si facciano non in fretta nè inconsideratamente nè con segni di paura, ma con tale modestia che noi i quali temiamo la guerra non paja che la vogliamo fare ad altri. Ancora conforto a mandare oltramonti oratori al re di Francia, che significhino queste cose e domandino consiglio, perchè sarà facile per la disposizione de' Francesi con questa domanda solo di parere e consiglio sollevare le menti d'alcuno di quegli baroni a passare l'Alpi, se fosse di bisogno. Io ho detto quello che al presente mi pare da fare. Voi pigliate quel partito che stimate essere ottimo."
     
      Avendo parlato messer Giovanni de' Ricci in questa forma, si pose a sedere. Gli altri che erano in consiglio quasi approvarono tutti la sentenza sua. E pertanto la città, vôlta a questo parere, mise grande studio e diligenza in stare attenta e vigilante a ogni cosa.
     
      Circa questo tempo venne novelle, come nella Marca e nel Ducato grande numero di gente si ragunavano in compagnia per venire in Toscana: le quali i Fiorentini s'ingegnarono farsele amiche e provvedere che le non facessino nocimento.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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