Questo genti mise insieme la vernata. A tempo nuovo vennero nel contado di Perugia; di poi si volsero ora verso i confini de' Cortonesi, e ora verso quelli de' Sanesi: e era sanza dubbio grave la loro vicinità e in ogni luogo di grande alterazione! Mandarono adunque i Fiorentini loro ambasciadori, i quali fecero certe convenzioni: e questa pratica generò sospetto appresso a' Sanesi e' Pisani, in forma che ogni cosa che facevano quelle genti era imputato alla città, come se fussi per ordine del popolo fiorentino. E tale suspizione ebbe ancora Giovan Galeazzo signore di Milano, massimamente poi che Carlo figliuolo di messer Bernabò, e Antonio il quale di prossimo era stato cacciato di Verona e perduto quel dominio, s'erano uniti con queste genti. I Sanesi, spaventati per la venuta di queste genti, mandarono oratori a Firenze, e in varj modi si praticò di posare le loro differenze e ritornare nella amicizia antiqua. A queste cose dava assai difficultà la terra di Montepulciano, la quale non si poteva con onore abbandonare, nè ritenere quella e insieme conservare l'amicizia de' Sanesi. E gli animi de' cittadini erano diversi. Alcuni consigliavano che si lasciasse in tutto Montepulciano, per mantenere la benivolenza co' Sanesi: alcuni dicevano che si doveva ritenere, perchè essendo i Sanesi indegnati per altre cagioni, non resterebbono ben contenti, quando avessero questo luogo. Erano alcuni più feroci che confortavano a mandare le genti in Lombardia al soccorso del signore di Padova, il quale era oppressato dal signore di Milano.
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