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      Di poi volsero pel Val d'Ambra e tornarono in su' confini de' Sanesi: e di que' luoghi con grande tumulto scorrevano e molestavano il paese. La città, benchè non fossi provveduta contro a questo subito movimento, nientedimeno ragunate quelle genti a piè e a cavallo che le fu possibile, le mandò in quello d'Arezzo, per resistere all'impeto de' nimici: perocchè quegli della parte ghibellina erano tutti sollevati in quel paese, e desideravano cose nuove, mossi piuttosto per affezione della parte che per alcuna legittima cagione. Fra costoro erano principali i consorti e congiunti di Saccone per l'addrieto signore d'Arezzo, a' quali restava ancora delle loro cose antiche alcune castella, e molti amici e seguaci di loro si trovavano nel contado d'Arezzo. Questi tali, subitamente che fu mossa la guerra, entrarono nella impresa, e sollevarono in grande speranza tutti quegli della parte loro. E pertanto seguirono non molto di poi alcune rebellioni, e Lucignano, castello nobile il quale allora possedevano i Fiorentini, si dette a' nimici.
     
      Circa a questo medesimo tempo, fu mossa la guerra a' Bolognesi, che erano in lega col popolo fiorentino: perocchè Giovan Galeazzo, messo insieme un altro esercito, lo fece passare nel contado di Bologna. Era capitano di queste genti, messer Jacopo dal Vermo veronese e altri condottieri, benchè l'ubbidienza d'ogni cosa si riferiva a lui. Costoro con grande tumulto entrarono nel contado di Bologna e presono alcune castella, e messono grande terrore a tutto il resto.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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